Lo sguardo si perde in una bonaccia di sensazioni fissandosi su di quel punto lontano dove fondendosi l’oceano diventa cielo. L’entroterra, di sassi riarsi mangiati da secche sterpi sferzate dai venti di sale, si spiega dalla battigia fin ad imbiancate case vermiglie ormai di sole d’occidente. E profumi di reti stese ad asciugare, di cardi, di sabbie, di legni bruciati, di capelli accarezzati dalle brezze, di nuvoli squarciate da gabbiani sospesi, appesi, sui, flutti. L’aeroporto di Faro con le luci dei terminal lontane si appoggia notturno ai massi ed alle sabbie, come quell’immensità di oceano che entra dagli oblù degli aerei che quivi atterrano lasciandosi alle spalle le brume e le nebbie e le birre che finisci mentre aspetti seduto ai bordi d’Europa che quell’ali ti portino nel cuore o via da esso sorrisi, parole, pelle, occhi, capelli, sangue profumi e nuvole e sali e cieli. Ti ricordi la terra nera ed il mare argento sopra le nuvole e sotto la luna? E gli uomini che sotto di noi attendevano le notti in arrivo? Ricordi ora le barche nei porti ed i pescatori per mare? E le salsedini scarmigliarti il volto ed il crine? Ricordi l’odore degli umidi lungomare e delle taverne fumose di pesci? Ricordavi tutto questo o l’hai scritto pensando ad altro questo disco? Si, perchè in realtà Sea Wolf è un gruppo ma allo stesso tempo credo di poter affermare senza tema di smentite che è anche e soprattutto il progetto di un uomo, Alex Brown Church, che per portare a termine questo indie folk ha collaborato con diversi musicisti, ha sciolto e legato, ha sperimentato ed ha mosso. Siamo in un periodo storico (musicalmente parlando) in cui il folk revival, il folk indie, va riprendendosi lo spazio che in effetti merita nel panorama musicale: vogliamo parlare dei Mumford & Sons? Delle Staves? Dei Lumineers? Si. Ma vogliamo anche parlare dei Seawolf, e ne vogrremo parlare per molto tempo spero. Vorremo parlare delle corde accarezzate, delle voci morbide e della splendida “Old Friend”, primo pezzo di questo album composto da dieci poesie che meritano tutta l’attenzione che meritano le sensazione che riscono ad evocare, raccogliere da terra ed accompagnare per mano.
J.Noiz
Tracklist:
1. Old Friend
2. In Nothing
3. Priscilla
4. Kasper
5. Blue Stockings
6. Saint Catherine St.
7. Changing Seasons
8. Dear Fellow Traveller
9. Miracle Cure
10. Whirlpool