Abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda a Luca Giovanardi, membro storico della nota band Julie’ s Haircut. Ecco cosa ci ha raccontato…
I Julie’ s Haircut sono all’ attivo già da molti anni. Che effetto vi fa pensare al passato, i vostri inizi, ai traguardi raggiunti?
Non ci guardiamo molto alle spalle di solito. Quando lo facciamo, immagino che sia come per chiunque altro: un misto di nostalgia, soddisfazione, qualche rimpianto, tante risate. Tutte queste cose assieme o ben distinte, a seconda dei momenti.
Raccontaci qualcosa in più su di voi: come vi siete conosciuti, che rapporto avete, ecc…
Io e Nicola ci siamo conosciuti tantissimi anni fa perchè eravamo tra i pochi ragazzi di Sassuolo ad avere una fortissima passione per un certo genere di musica e quindi avevamo le nostre band. Poi ad un certo punto abbiamo deciso di crearne una con Laura, che era la ragazza di Nicola (oggi è sua moglie) e così sono nati i Julie’ s. Andreino Rovacchi lo abbiamo conosciuto nel 1998 quando abbiamo registrato il nostro primo singolo. Lui ci era stato affidato come tecnico di studio e ci siamo trovati subito benissimo. Abbiamo collaborato in diversi album e nel 2006 è entrato a far parte della nostra formazione ufficialmente. Nel frattempo si è aggiunto anche Andrea Scarfone, un ragazzo molto socievole che ho conosciuto a Reggio Emilia. Ci siamo trovati subito alla grande, è uno che attacca bottone facilmente! Da un paio d’ anni c’è anche Ulisse con noi. Ha preso il posto di Roberto Morselli alla batteria. Siamo entrati in contatto con lui perchè anni fa suonava in una band con Andreino, gli Slugs.
Lo scenario musicale sarà cambiato molto in questi anni. La vostra musica?
La nostra musica cambia con noi. Non siamo mai stati un gruppo statico, odiamo la noia. Credo che a nostra detrazione si possa dire tutto, tranne che non abbiamo tentato strade nuove.
Come nasce una vostra canzone?
Oggi come oggi nasce per lo più da un’ improvvisazione in sala prove o in studio, oppure direttamente sul banco del mixer, sperimentendo con sovraincisioni, loop o cose simili.
Il vostro ultimo EP è decisamente psichedelico, a tratti molto dark. Sembra essere molto introspettivo: parlacene un pò.
Credo che ormai siano le nostre caratteristiche, non ci possiamo più fare nulla. E’ vero, la nostra musica è psichedelica, quindi teoricamente molto colorata, ma poi ha sempre un retrogusto oscuro, misterioso. I testi del nuovo EP, per lo più opera di Nicola, parlano appunto dell’ uomo, di cosa significa essere qui adesso, del rapporto con la Natura e con le sovrastrutture tecnologiche, scientifiche, magiche. Credo siano i suoi testi più ispirati da quando scrive.
Il miglior momento che avete passato insieme in questi anni di carriera?
Io ricordo sempre con molto piacere il tour che facemmo nel 2001 per Mtv insieme a gente che sulla carta con noi non c’ entrava nulla come Bugo, i Punkreas, la Bandabardò. Fu invece una delle nostre esperienze più divertenti e soddisfacenti. Ci divertimmo davvero tanto e si creò un grande cameratismo tra le band e i tecnici. Poi ovviamente ci sono le esperienze internazionali, quando abbiamo suonato al mitico Cavern di Liverpool o abbiamo registrato in studio con Sonic Boom e accompagnato Damo Suzuki dal vivo.
Si dice che un figlio sia come un disco per un’ artista, ma ce n’è uno a cui sei/ siete più legati o una canzone a cui vuoi/ volete più bene?
Di solito si è molto legati alle cose più fresche, ma io fino ad ora posso dire di essere molto soddisfatto di tutto quello che abbiamo creato.
News per il futuro che vuoi condividere?
Ovvviamente ci piacerebbe ultimare e pubblicare un nuovo album il prima possibile. Oppure anche altri dieci EP, perchè no?